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Trapianti orticoli, partire con il piede giusto è importante!

I principi agronomici per ortaggi e insalate sono gli stessi di un comune seminativo. Ma il loro valore strategico è fondamentale. Nella gestione di un’orticola grande importanza assume, soprattutto in pieno campo, lo stato del terreno e delle lavorazioni applicate, il trapianto, cioè com’è svolto e la qualità di quest’operazione, il rispetto del suolo nello svolgimento dei diversi interventi, l’organizzazione della raccolta, le fertilizzazioni e i trattamenti eseguiti, la qualità e l’impatto di questi prodotti sul campo e l’ambiente. Questi sono aspetti strettamente legati alla meccanizzazione e, se applicati in modo corretto e sinergico, garantiscono il benessere delle piante coltivate. Una pianta che sta bene ha più risorse per ostacolare i parassiti, cresce veloce, contrasta bene le infestanti, utilizza meglio i fertilizzanti, valorizza le irrigazioni e lo spazio concessole sul campo. In altre parole, estrinseca meglio il suo potenziale produttivo. Raggiungere questi risultati richiede una vision per l’azienda e un progetto di massima di medio periodo all’interno del quale programmare e organizzare le coltivazioni annuali.

Sotto il profilo agronomico i principi di riferimento per le orticole non differiscono da quelli di un comune seminativo, ma in queste colture assumono un valore strategico non trascurabile. Avvicendare le colture ad esempio, migliora la sostenibilità economica e ambientale del processo produttivo, perché consente di ruotare le lavorazioni, di adottare tecniche di gestione conservative del suolo e di ridurre l’impiego di fitofarmaci e diserbanti, migliorando il grado di tutela offerto alla coltura. Infatti, ruotare la tipologia della coltura evita il proliferare di quelle categorie di parassiti che, poco mobili, si avvantaggiano enormemente dalla presenza del loro ospite per più anni o dall’applicazione d’intervalli troppo stretti. Tipici sono i nematodi, parassiti che hanno poche opportunità per diffondersi, ma che sanno cogliere ogni opportunità per moltiplicarsi. Anche se alcune specie sono polifaghe (cioè di bocca buona e con il loro stiletto attaccano volentieri quasi qualsiasi radice), molte sono piuttosto specifiche e pertanto un efficace mezzo per evitare la loro proliferazione è quello di ripetere nello stesso terreno la coltura “sensibile” con intervalli sufficientemente lunghi affinché la popolazione si riduca sotto la soglia di danno. Peraltro alcune specie possono incistarsi (Globodera) aumentando molto la durata della loro presenza; altre colpendo gli organi riproduttivi (semi, bulbilli e tuberi) possono “seguire” la coltura (come alcune specie dei generi Meloydogine, Globodera, Ditylenchus, ecc.). Caratterizzate da maggiore mobilità, potendo contare su adulti alati, gli elateridi sono Coleotteri che svolgono il loro ciclo larvale nel suolo dove possono permanere per diversi anni prima di impuparsi. Anche questi temibili masticatori di radici impongono ampie rotazioni, peraltro non sempre risolutive a causa dell’elevata polifagia che li accomuna. La rotazione inoltre contribuisce a contenere i danni prodotti da funghi parassiti monospecifici.

Insomma si evidenzia in ogni caso la fondamentale necessità di avere un suolo, attivo, rigenerato, "riprogrammato" dai danni subiti negli anni di eccessivo e indiscriminato utilizzo, il prodotto adatto per ottenere tutto ciò con poca difficoltà e con azione rapida è OvertGraund Plus grazie al quale si otterrà:

  • Favorire l'attività radicale (al trapianto in caso di carenze nutrizionali derivanti da squilibri del suolo o da corpo radice poco efficiente);
  • Garantisce la riproagrammazione microbilogica del suolo in presenza di cariche fungine patogene dominanti nel terreno, in modo da ottenere una neutralizzazione degli stessi.