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Cita da Andrea su 17 Gennaio 2023, 11:53Le nanotecnologie rappresentano un approccio del tutto innovativo, applicabile anche in agricoltura ed, in particolare, per la protezione delle colture. Le potenzialità emergono dalla possibilità di sintetizzare nanopesticidi o nanovettori per principi attivi, aumentando l’efficienza dei prodotti fitosanitari e riducendone gli input con evidenti risvolti positivi sull’impatto ambientale. Inoltre, alcuni dei nanomateriali potrebbero essere ricavati a partire da scarti agroindustriali (nanocellulosa) seguendo perciò le indicazioni dell’economia circolare.
La rogna e il problema del rame
La coltivazione dell’olivo, come l’agricoltura in genere, negli ultimi decenni è stata colpita negativamente sia dagli inevitabili effetti dei cambiamenti climatici, sia da anomalie nella diffusione di alcuni agenti patogeni e parassiti. Il caso più eclatante è quello dell’epidemia di Xylella fastidiosa che mette sotto pressione l’olivicoltura italiana e mediterranea in genere, ma anche per altre malattie batteriche sono state osservati picchi di danno e recrudescenze. Tra queste, la diffusione e l’inasprirsi in alcuni areali delle problematiche causate dal batterio Pseudomonas savastanoi pv. savastanoi (Psav), batterio Gram-negativo agente causale della malattia della rogna dell’olivo. Il ciclo biologico del batterio prevede una fase epifitica, in cui vive sulla superficie esterna della pianta (foglie, rami). In primavera e autunno, il batterio raggiunge un’elevata densità di popolazione, e, in condizioni di elevata umidità o pioggia, il patogeno penetra nei tessuti legnosi della pianta attraverso microlesioni, diffondendosi nei tessuti parenchimatici. Qui, provoca la formazione di tessuti iperplastici e ipertrofici, cioè i tubercoli, tipici sintomi della malattia, visibili su rametti, branche e sul tronco, meno frequentemente su foglie e frutti. Come per altre malattie batteriche, il controllo della rogna dell’olivo si basa essenzialmente nell’attuazione di misure preventive di tipo agronomico, quali l’impiego di potature bilanciate che assicurano una buona circolazione d’aria nella chioma, e sull’applicazione di prodotti chimici preventivi, essenzialmente sali rameici, che vengono utilizzati dopo la raccolta, dopo la potatura o dopo le grandinate, in corrispondenza di un aumentato rischio di infezione del batterio dovuto alla presenza di ferite sulla pianta. È noto ormai però che l’uso del rame in agricoltura sarà oggetto di ulteriori restrizioni, già stabilite con il Reg. Ue 1981/2018, nel tentativo di ridurne l’accumulo e gli effetti tossici. Per questo motivo appare urgente lo sviluppo di strategie alternative di controllo dei patogeni, basate su strumenti e sostanze a basso contenuto di rame ma ad alta efficienza.
A tale proposito ci viene incontro un prodotto come il COPPER TOP che delle nanotecnologia fa la sua base di produzione e del basso contenuto di rame, ma ad alta efficienza, fa la sua forza. COPPER TOP è un innovativo formulato a base di Rame, Zinco e Acido Salicilico, in grado di prevenire e curare, in modo naturale, le microcarenze nutrizionali di Rame e Zinco, nonché di rinforzare le difese endogene delle piante nei confronti di funghi e batteri, inducendo una maggiore produzione di fitoalessine e di proteine di resistenza aspecifiche.
A differenza di altri formulati in commercio, contenenti sali del rame, COPPER TOP non determina fenomeni di arresto vegetativo durante i periodi caratterizzati da basse temperature.
La maggiore efficacia di COPPER TOP, rispetto ai suoi competitors, risiede nell’azione sinergica esercitata da una miscela brevettata costituita da un oligosaccaride a specifica lunghezza polimerica e da altre sostanze naturali.
Le nanotecnologie rappresentano un approccio del tutto innovativo, applicabile anche in agricoltura ed, in particolare, per la protezione delle colture. Le potenzialità emergono dalla possibilità di sintetizzare nanopesticidi o nanovettori per principi attivi, aumentando l’efficienza dei prodotti fitosanitari e riducendone gli input con evidenti risvolti positivi sull’impatto ambientale. Inoltre, alcuni dei nanomateriali potrebbero essere ricavati a partire da scarti agroindustriali (nanocellulosa) seguendo perciò le indicazioni dell’economia circolare.
La rogna e il problema del rame
La coltivazione dell’olivo, come l’agricoltura in genere, negli ultimi decenni è stata colpita negativamente sia dagli inevitabili effetti dei cambiamenti climatici, sia da anomalie nella diffusione di alcuni agenti patogeni e parassiti. Il caso più eclatante è quello dell’epidemia di Xylella fastidiosa che mette sotto pressione l’olivicoltura italiana e mediterranea in genere, ma anche per altre malattie batteriche sono state osservati picchi di danno e recrudescenze. Tra queste, la diffusione e l’inasprirsi in alcuni areali delle problematiche causate dal batterio Pseudomonas savastanoi pv. savastanoi (Psav), batterio Gram-negativo agente causale della malattia della rogna dell’olivo. Il ciclo biologico del batterio prevede una fase epifitica, in cui vive sulla superficie esterna della pianta (foglie, rami). In primavera e autunno, il batterio raggiunge un’elevata densità di popolazione, e, in condizioni di elevata umidità o pioggia, il patogeno penetra nei tessuti legnosi della pianta attraverso microlesioni, diffondendosi nei tessuti parenchimatici. Qui, provoca la formazione di tessuti iperplastici e ipertrofici, cioè i tubercoli, tipici sintomi della malattia, visibili su rametti, branche e sul tronco, meno frequentemente su foglie e frutti. Come per altre malattie batteriche, il controllo della rogna dell’olivo si basa essenzialmente nell’attuazione di misure preventive di tipo agronomico, quali l’impiego di potature bilanciate che assicurano una buona circolazione d’aria nella chioma, e sull’applicazione di prodotti chimici preventivi, essenzialmente sali rameici, che vengono utilizzati dopo la raccolta, dopo la potatura o dopo le grandinate, in corrispondenza di un aumentato rischio di infezione del batterio dovuto alla presenza di ferite sulla pianta. È noto ormai però che l’uso del rame in agricoltura sarà oggetto di ulteriori restrizioni, già stabilite con il Reg. Ue 1981/2018, nel tentativo di ridurne l’accumulo e gli effetti tossici. Per questo motivo appare urgente lo sviluppo di strategie alternative di controllo dei patogeni, basate su strumenti e sostanze a basso contenuto di rame ma ad alta efficienza.
A tale proposito ci viene incontro un prodotto come il COPPER TOP che delle nanotecnologia fa la sua base di produzione e del basso contenuto di rame, ma ad alta efficienza, fa la sua forza. COPPER TOP è un innovativo formulato a base di Rame, Zinco e Acido Salicilico, in grado di prevenire e curare, in modo naturale, le microcarenze nutrizionali di Rame e Zinco, nonché di rinforzare le difese endogene delle piante nei confronti di funghi e batteri, inducendo una maggiore produzione di fitoalessine e di proteine di resistenza aspecifiche.
A differenza di altri formulati in commercio, contenenti sali del rame, COPPER TOP non determina fenomeni di arresto vegetativo durante i periodi caratterizzati da basse temperature.
La maggiore efficacia di COPPER TOP, rispetto ai suoi competitors, risiede nell’azione sinergica esercitata da una miscela brevettata costituita da un oligosaccaride a specifica lunghezza polimerica e da altre sostanze naturali.