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Andrea su 22 Gennaio 2021, 9:50
Nelle piante da frutto, la potatura invernale, oltre che pratica agronomica, è anche una buona occasione per effettuare interventi di chirurgia fitosanitaria. Controllando le singole piante, infatti, sarà possibile individuare eventuali rami secchi o con alterazioni (funghi del legno, cancri, gommosi, gallerie di insetti, ecc.) che potranno essere asportati ed eliminati. Nelle drupacee se si accertata la presenza di citospora (Leucocytospora leucostoma), fusicocco (Fusicoccum amygdali) o di altri agenti di cancri rameali (Eutypa armeniacae, Botryosphaeria dothidea ecc.), per ostacolare la penetrazione dei patogeni attraverso le cicatrici fogliari, si dovrebbe effettuare il trattamento a caduta foglie, il momento ottimale per ostacolare la penetrazione del micelio attraverso le cicatrici fogliari. Se le condizioni climatiche non hanno consentito di intervenire in questa fase fenologica, potrebbe essere utile eseguire un trattamento con le medesime finalità a gemma ferma, dopo la conclusione della potatura.
Nei vigneti affetti da alterazioni del legno come il mal dell’esca, l’eutipiosi (Eutypa lata) o l’escoriosi (Phomopsis viticola), è il momento di intervenire sulle piante infette individuate e segnalate in estate, quando i sintomi sulle foglie sono più evidenti. Prima della potatura invernale dell’intero vigneto, è una buona norma eliminare le piante o le loro parti colpite dalle malattie del legno e bruciare il materiale di risulta. Successivamente si potrà intervenire con le normali operazioni di potatura, riducendo i rischi di diffusione delle infezioni alle piante sane. Per quanto riguarda la trinciatura dei sarmenti, vale quanto riportato sopra a proposito dei fruttiferi.
Una buona pratica per prevenire la diffusione nel vigneto di agenti fungini di patologie del legno, in particolare quelli del mal dell’esca, è l’esecuzione di un trattamento a base di Trichoderma spp. a fine potatura. I ceppi antagonisti di Trichoderma colonizzano le superfici dei tagli costituendo un’efficace barriera alla penetrazione ed alla diffusione di alcuni patogeni, agevolando la cicatrizzazione.
Nelle piante da frutto, la potatura invernale, oltre che pratica agronomica, è anche una buona occasione per effettuare interventi di chirurgia fitosanitaria. Controllando le singole piante, infatti, sarà possibile individuare eventuali rami secchi o con alterazioni (funghi del legno, cancri, gommosi, gallerie di insetti, ecc.) che potranno essere asportati ed eliminati. Nelle drupacee se si accertata la presenza di citospora (Leucocytospora leucostoma), fusicocco (Fusicoccum amygdali) o di altri agenti di cancri rameali (Eutypa armeniacae, Botryosphaeria dothidea ecc.), per ostacolare la penetrazione dei patogeni attraverso le cicatrici fogliari, si dovrebbe effettuare il trattamento a caduta foglie, il momento ottimale per ostacolare la penetrazione del micelio attraverso le cicatrici fogliari. Se le condizioni climatiche non hanno consentito di intervenire in questa fase fenologica, potrebbe essere utile eseguire un trattamento con le medesime finalità a gemma ferma, dopo la conclusione della potatura.
Nei vigneti affetti da alterazioni del legno come il mal dell’esca, l’eutipiosi (Eutypa lata) o l’escoriosi (Phomopsis viticola), è il momento di intervenire sulle piante infette individuate e segnalate in estate, quando i sintomi sulle foglie sono più evidenti. Prima della potatura invernale dell’intero vigneto, è una buona norma eliminare le piante o le loro parti colpite dalle malattie del legno e bruciare il materiale di risulta. Successivamente si potrà intervenire con le normali operazioni di potatura, riducendo i rischi di diffusione delle infezioni alle piante sane. Per quanto riguarda la trinciatura dei sarmenti, vale quanto riportato sopra a proposito dei fruttiferi.
Una buona pratica per prevenire la diffusione nel vigneto di agenti fungini di patologie del legno, in particolare quelli del mal dell’esca, è l’esecuzione di un trattamento a base di Trichoderma spp. a fine potatura. I ceppi antagonisti di Trichoderma colonizzano le superfici dei tagli costituendo un’efficace barriera alla penetrazione ed alla diffusione di alcuni patogeni, agevolando la cicatrizzazione.