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Cita da Andrea su 2 Dicembre 2020, 16:02Un terreno agrario scarsamente dotato di humus “stabile” è anche squilibrato dal punto di vista microbiologico. La microflora utile (saprofiti, degradatori, mineralizzatori, ecc.) è presente in quantità inferiore alla normalità e non è in grado di bioelaborare i residui delle coltivazioni e contemporaneamente di introdurre i composti di modificazione per favorire il processo di mineralizzazione. Infatti la microflora del terreno deve essere presente in numero e qualità sufficiente da costituire una biocenosi (dicesi biocenosi un insieme di popolazioni di specie diversa che vivono in uno stesso ambiente naturale) dato che una singola specie non è in grado di produrre la decomposizione completa della materia organica, di una parte di essa o dei suoi rifiuti catabolici.
Le popolazioni dei decompositori sono innumerevoli, ed è la loro azione combinata che porta ad una demolizione completa della biomassa (intesa come la frazione biodegradabile di prodotti, rifiuti e residui di origine biologica). Quasi mai nei suoli coltivati incontriamo un equilibrio naturale microbico, e quindi i residui organici non subiscono quasi mai un completo processo di trasformazione biologica. Questa attività finisce per dare vita ad un importante problema ecologico; con l’andare del tempo nei terreni dove non avviene completamente la bioelaborazione dei residui di coltivazione si creano percolati e reflui che possono insinuarsi nelle falde superficiali fino a diventare una causa di depotabilizzazione delle acque di consumo urbano.
Per fronteggiare il problema evidenziato, nei terreni agrari scarsamente dotati di humus, è necessaria un’azione biofiltrante per la rigenerazione del terreno, essa viene esercitata da particolari batteri, che catturano le molecole inquinanti, sottraendole a possibile dilavamento e/o lisciviazione (processo di separazione di uno o più componenti solubili da una massa solida).
Le nuove biotecnologie permettono interventi semplici, veloci, economici e sicuri sul terreno, al fine di arricchirne la potenzialità microbiologica (controllo e selezione) e creando o ripristinando quegli equilibri biologici propri di un suolo ricco di humus, riportando il terreno ad un elevato grado di fertilità. L’attività di creazione o ripristino degli equilibri microbiologici e la conseguente rigenerazione del suolo viene esercitata attraverso l’apporto selezionato e controllato di microrganismi a largo spettro di azione, unitamente ad enzimi in soluzione/sospensione bilanciata: il tutto con il nostro prodotto Acti-Crop In questo modo è infatti possibile rivitalizzare la flora batterica presente nel suolo e stimolare la competizione biochimica con i patogeni anch’essi presenti. In più l’uso del Acti-Crop consente di accelerare la messa a dimora di una nuova coltura, ed inoltre, al termine del processo, genera un profondo cambiamento delle caratteristiche dei residui organici presenti nello strato coltivabile: essi perdono completamente consistenza diventando friabili, e nel contempo, aumentano le popolazioni microbiche agronomicamente utili e vengono eliminate le cause di fitotossicità dipendenti dalla decomposizione della sostanza organica.Se volessimo incentrare la nostra azione sulla degradazione dei residui e conseguenza "disinfezione" da spore di funghi e inoculi di batteri allora con azione più specifica sarà il caso di utilizzare il Biorestore Entrambe questi prodotti sono ammessi in Agricoltura Biologica.
Un terreno agrario scarsamente dotato di humus “stabile” è anche squilibrato dal punto di vista microbiologico. La microflora utile (saprofiti, degradatori, mineralizzatori, ecc.) è presente in quantità inferiore alla normalità e non è in grado di bioelaborare i residui delle coltivazioni e contemporaneamente di introdurre i composti di modificazione per favorire il processo di mineralizzazione. Infatti la microflora del terreno deve essere presente in numero e qualità sufficiente da costituire una biocenosi (dicesi biocenosi un insieme di popolazioni di specie diversa che vivono in uno stesso ambiente naturale) dato che una singola specie non è in grado di produrre la decomposizione completa della materia organica, di una parte di essa o dei suoi rifiuti catabolici.
Le popolazioni dei decompositori sono innumerevoli, ed è la loro azione combinata che porta ad una demolizione completa della biomassa (intesa come la frazione biodegradabile di prodotti, rifiuti e residui di origine biologica). Quasi mai nei suoli coltivati incontriamo un equilibrio naturale microbico, e quindi i residui organici non subiscono quasi mai un completo processo di trasformazione biologica. Questa attività finisce per dare vita ad un importante problema ecologico; con l’andare del tempo nei terreni dove non avviene completamente la bioelaborazione dei residui di coltivazione si creano percolati e reflui che possono insinuarsi nelle falde superficiali fino a diventare una causa di depotabilizzazione delle acque di consumo urbano.
Per fronteggiare il problema evidenziato, nei terreni agrari scarsamente dotati di humus, è necessaria un’azione biofiltrante per la rigenerazione del terreno, essa viene esercitata da particolari batteri, che catturano le molecole inquinanti, sottraendole a possibile dilavamento e/o lisciviazione (processo di separazione di uno o più componenti solubili da una massa solida).
Le nuove biotecnologie permettono interventi semplici, veloci, economici e sicuri sul terreno, al fine di arricchirne la potenzialità microbiologica (controllo e selezione) e creando o ripristinando quegli equilibri biologici propri di un suolo ricco di humus, riportando il terreno ad un elevato grado di fertilità. L’attività di creazione o ripristino degli equilibri microbiologici e la conseguente rigenerazione del suolo viene esercitata attraverso l’apporto selezionato e controllato di microrganismi a largo spettro di azione, unitamente ad enzimi in soluzione/sospensione bilanciata: il tutto con il nostro prodotto Acti-Crop In questo modo è infatti possibile rivitalizzare la flora batterica presente nel suolo e stimolare la competizione biochimica con i patogeni anch’essi presenti. In più l’uso del Acti-Crop consente di accelerare la messa a dimora di una nuova coltura, ed inoltre, al termine del processo, genera un profondo cambiamento delle caratteristiche dei residui organici presenti nello strato coltivabile: essi perdono completamente consistenza diventando friabili, e nel contempo, aumentano le popolazioni microbiche agronomicamente utili e vengono eliminate le cause di fitotossicità dipendenti dalla decomposizione della sostanza organica.Se volessimo incentrare la nostra azione sulla degradazione dei residui e conseguenza "disinfezione" da spore di funghi e inoculi di batteri allora con azione più specifica sarà il caso di utilizzare il Biorestore Entrambe questi prodotti sono ammessi in Agricoltura Biologica.