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Biostimolanti, mezzi naturali sempre più fondamentali.

Il mercato mondiale dei biostimolanti è in continua espansione. Venti anni fa il volume d’affari valeva “solo” 100 milioni di dollari mentre già nel 2017 aveva superato i 2 miliardi di dollari e dovrebbero diventare 3 miliardi di dollari nel 2021, nonostante la stagione a dir poco "bislacca" che ci siamo lasciati alle spalle.  Quando si parla di “biostimolanti”, si fa ancora molta confusione, dato che è un termine abusato tantissimo. Accanto ad aziende che producono biostimolanti, molte altre attribuiscono miracolose proprietà biostimolanti anche a semplici concimi, seppur questi mantengano il “nobile” compito di nutrire le piante.
Il “biostimolante”, però,  è diverso da un concime, da un fitofarmaco o da qualsiasi altro prodotto. L’effetto di un biostimolante non va ricondotto all’azione nutritiva di macro, meso o microelementi, né tantomeno alla presenza di un principio attivo di natura chimica.
Nel nuovo Regolamento europeo che regola i fertilizzanti , un biostimolante delle piante è un prodotto con la funzione di stimolare i processi nutrizionali delle piante indipendentemente dal tenore di nutrienti del prodotto, con l’unico obiettivo di migliorare una o più delle seguenti caratteristiche delle colture o della loro rizosfera:

  • efficienza dell’uso dei nutrienti,
  • tolleranza allo stress abiotico,
  • caratteristiche qualitative,
  • disponibilità di nutrienti contenuti nel suolo o nella rizosfera.

Inoltre, “il biostimolante deve produrre gli effetti dichiarati sull’etichetta e può essere di natura microbica o non microbica". In pratica, i biostimolanti sono prodotti di origine naturale in grado di incrementare i parametri produttivi e qualitativi delle colture, limitando le influenze negative degli stress ambientali e permettendo alle piante di esprimere al massimo il loro potenziale."

I biostimolanti poggiano la loro azione sull’apporto di specifiche sostanze naturali che, applicate a bassi dosaggi, agiscono direttamente sui processi metabolici delle piante, quali sintesi delle proteine e degli enzimi, moltiplicazione cellulare, efficienza fotosintetica, veloce assimilazione degli altri elementi assorbiti, regolare svolgimento di tutte le fasi fenologiche. L’efficacia di un biostimolante può essere misurata in termini di incremento della biomassa radicale e fogliare, aumento della percentuale di allegagione, maggiore e uniforme pezzatura dei frutti. Anche le caratteristiche qualitative (grado zuccherino, percentuale in olio, riduzione di marciumi e spaccature) e la più lunga shelf-life sono parametri che un biostimolante può migliorare sensibilmente, con ulteriori benefici per gli agricoltori che competono sul mercato. E non dimentichiamo l’azione protettiva, cioè l’aumento della tolleranza agli stress ambientali (termici, idrici, da alta salinità o poca luce) che permettono alle piante di esprimere al massimo il loro potenziale anche in condizioni avverse.

Di seguito vi indichiamo i biostimolanti che abbiamo scelto per le nostre aziende clienti, ciascuno dei quali con le sue specifiche funzionalità e attività:

twintech-antistress

vigor ultraRoot-Guard

hydrostim