Come “disinfettare” e rigenerare il terreno in modo naturale.
Un terreno agrario scarsamente dotato di humus “stabile” è anche squilibrato dal punto di vista microbiologico. La microflora utile (saprofiti, degradatori, mineralizzatori, ecc.) è presente in quantità inferiore alla normalità e non è in grado di bioelaborare i residui delle coltivazioni e contemporaneamente di introdurre i composti di modificazione per favorire il processo di mineralizzazione. Infatti la microflora del terreno deve essere presente in numero e qualità sufficiente da costituire una biocenosi (dicesi biocenosi un insieme di popolazioni di specie diversa che vivono in uno stesso ambiente naturale) dato che una singola specie non è in grado di produrre la decomposizione completa della materia organica, di una parte di essa o dei suoi rifiuti catabolici.
Le popolazioni dei decompositori sono innumerevoli, ed è la loro azione combinata che porta ad una demolizione completa della biomassa (intesa come la frazione biodegradabile di prodotti, rifiuti e residui di origine biologica). Quasi mai nei suoli coltivati incontriamo un equilibrio naturale microbico, e quindi i residui organici non subiscono quasi mai un completo processo di trasformazione biologica. Questa attività finisce per dare vita ad un importante problema ecologico; con l’andare del tempo nei terreni dove non avviene completamente la bioelaborazione dei residui di coltivazione si creano percolati e reflui che possono insinuarsi nelle falde superficiali fino a diventare una causa di depotabilizzazione delle acque di consumo urbano.
Per fronteggiare il problema evidenziato, nei terreni agrari scarsamente dotati di humus, è necessaria un’azione biofiltrante per la rigenerazione del terreno, essa viene esercitata da particolari batteri, che catturano le molecole inquinanti, sottraendole a possibile dilavamento e/o lisciviazione (processo di separazione di uno o più componenti solubili da una massa solida).
Le nuove biotecnologie permettono interventi semplici, veloci, economici e sicuri sul terreno, al fine di arricchirne la potenzialità microbiologica (controllo e selezione) e creando o ripristinando quegli equilibri biologici propri di un suolo ricco di humus, riportando il terreno ad un elevato grado di fertilità. L’attività di creazione o ripristino degli equilibri microbiologici e la conseguente rigenerazione del suolo viene esercitata attraverso l’apporto selezionato e controllato di microrganismi a largo spettro di azione, unitamente ad enzimi in soluzione/sospensione bilanciata: il tutto con il nostro prodotto Acti-Crop In questo modo è infatti possibile rivitalizzare la flora batterica presente nel suolo e stimolare la competizione biochimica con i patogeni anch’essi presenti. In più l’uso del Acti-Crop consente di accelerare la messa a dimora di una nuova coltura, ed inoltre, al termine del processo, genera un profondo cambiamento delle caratteristiche dei residui organici presenti nello strato coltivabile: essi perdono completamente consistenza diventando friabili, e nel contempo, aumentano le popolazioni microbiche agronomicamente utili e vengono eliminate le cause di fitotossicità dipendenti dalla decomposizione della sostanza organica.Se volessimo incentrare la nostra azione sulla degradazione dei residui e conseguenza “disinfezione” da spore di funghi e inoculi di batteri allora con azione più specifica sarà il caso di utilizzare il Biorestore Entrambe questi prodotti sono ammessi in Agricoltura Biologica.